“In alto i calici brindo in faccia all’invidia di chi ha tradito sti discepoli ricordi in dote ora se vedi sto campo fiorire di giorno in giorno, vuol dire che qualcuno lo ha seminato dopo aver tolto con le proprie mani le ortiche metafore obbligate dipingo immagini pulite dall’istinto nessun
rimpianto in fondo perché ciò che sento dentro è un mondo mio dipinto dove il nero dell’invidia viene sommerso dalla luce del bianco in quanto tinto è spinto dal fatto che in questo mondo esiste solo chi mangia e chi viene
mangiato fossi riuscito a capire prima questo concetto magari pensavo che ero io l’inadatto ma fin dal debutto ho capito che la strada che cercavo era questa e io continuerò ad aver le mie idee perché sono convinto che non si
possono vendere i propri sentimenti all’asta giochi a far l’opinionista io sfrutto ogni attimo della mia giornata per poi descrivere sul foglio tutto ciò che mi circonda astio invidia sulla mia strada come scorie all’aria dono
ossigeno alla mia memoria che adesso riesuma storie vissute che ai miei pensieri su questo foglio danno la nascita crescita che calibra l’indirizzo di ogni pensiero per far sì che il tutto sotto la sola voce poi si riunifica…”
…Cercando di stare dove non è possibile ammalarsi di sto virus inguaribile
come primo sintomo sa cattiveria non c’è malattia mortale più letale dell’invidia…
“L’invidia è un moto dell’anima tanto velenoso quanto inconfessabile: è la stretta che si prova quando si esce perdenti da un confronto sociale”
Fondamentalmente non l’ho mai provata, sicuramente l’ho subita.
Sono riuscita a capire nel tempo che si prova quando non si ha qualcosa che si desidera,può variare dalla quantità di soldi, a un posto di lavoro o più banalmente alla bellezza.
Avete mai provato il senso dell’occhiata diabolica? Non so come spiegarvelo, ma è un occhiata che ti danno come per dire :”Madonna quanto mi irrita”
Che poi… Tanta irritazione non è, oserei dire fastidio.
L’invidia è l’emozione più rifiutata, più negata. Nessuno ammetterà mai di essere invidioso, sapete perché? In se l’invidia ha due parti contrastanti difficili da ammettere : da un lato c è il senso di sapere di essere inferiori e dall’altro il tentativo di danneggiare l’invidiato , giocando in modo sporco, perfido, subdolo.
L’invidia e soltanto un ostilità nascosta verso qualcuno.
Un desiderio profondo di danneggiare l’invidiato si insinua dentro, spesso avviene con commenti denigratori, pettegolezzi, danni veri e propri. Lo sguardo di un invidioso è alle volte un dolore.
Dante, nella Divina Commedia, mette gli invidiosi in purgatorio, con le palpebre cucite da fil di ferro: “così sono chiusi gli occhi che invidiarono e gioirono dalla vista dei mali altrui.”
Ragà, Dante comunque “ce vedeva sempre lungo”
Ammettere l’invidia a se stessi è dura.
Per un uomo è quasi una privazione.
Per una donna, potrei aprire un capitolo, per assurdità da più fastidio il confronto con la conoscente bella e corteggiata, più che quello astratto e “sproporzionato” con una top model; si invidia la collega che è stata promossa, non il direttore generale.
Chi è invidioso, quindi, lancia tre messaggi: sono inferiore, ti sono ostile per il tuo successo e potrei anche farti del male. Così come Caino uccise Abele. Una parola cattiva, fa più male di mille coltellate.
Vorrei dirvi una cosa, L’invidia è velenosa anche per chi la vive. Si pensa che il vantaggio Dell altro non sia meritato e peggio ancora si pensa che i successi possano derivare da vie secondarie.
La bella donna in carriera, deve averla sicuramente data a qualcuno, l’uomo con la bella macchina sicuramente avrà fatto qualcosa di illegale,nella famiglia felice sicuro qualcuno tradisce qualcuno.
L l’invidia è come la paura. La subisci e non affronti la cosa. Pensare magari di fare di meglio no eh? Avere un cazzo di minimo di riscatto personale invece che buttare sempre merda addosso no eh? E questo che vi uccide dentro. Perché l’invidia non vi fa andare avanti, non vi fa vedere davvero il vostro obiettivo.
So benissimo che è quasi utopico sperare di vivere in un mondo senza invidiosi, in un mondo dove al raggiungimento di un tuo obiettivo 10 persone su 10 ti dicano “cazzo brava”, detto in modo vero, pulito senza doppi fini.
Non posso aspettarmi questo, o mi chiamerei Tommaso moro.
Però spero sempre, forse ingenuamente, di ricevere attacchi da persone inattaccabile.
Mi stupisce alle volte come ad attaccare non sia una persona Linda pulita, con la coscienza apposto, ma sia sempre quella o quello che forse un percorso giusto non fa.
Ma la mia domanda è sempre stata una, anzi due:
Perche invece che provare ad incrinare qualcuno non provate ad alzarvi voi?
E poi, ma riuscite a guardarvi allo specchio quando buttate falsità sulle persone?
No. Non credo. È un sentimento così forte che vi fa dimenticare tutto il resto.
Spero nella mia vita di non soffrirne mai
Perche per me, essere invidiosi è una malattia mortale.
Non c è malattia mortale più letale del l’invidia .
Come sempre…. TOP. Da donna e da percorso professionale, tra criminalità e psicologia…. io considero l’invidea un reato. L’invidia appartiene ai mediocri, agli inutili, ai falliti, a coloro che hanno bisogno di sminuire la vita degli altri per sentirsi appagati. Senza sapere che tutto ciò crea un danno forte verso la persona cui è rivolto l’attacco invidioso. E poi… ma cosa serve… porta qualcosa…. No. Rende solo così piccoli, così inutili e vili, che si perde anche di credibilità. Invidiare qualcuno è cosa giusta solo se positivamente. Preso come sprono personale per dire posso farcela anche io. E poi…. ma basta col luogo comune…. se succede qualcosa, hai fatto o dato qualcosa. Esiste il merito personale e la bravura. E mi fermo