“Mama, just killed a man
Put a gun against his head
Pulled my trigger, now he’s dead
Mama, life had just begun
But now I’ve gone and thrown it all away
Mama, oh oh
Didn’t mean to make you cry
If I’m not back again this time tomorrow
Carry on, carry on, as if nothing really matters”
Quando ho capito che quella persona che stavo uccidendo ero proprio io, dovevo già fare i conti con capelli, unghie, denti, pelle e stomaco.
Non succede da un giorno all’altro, ti si insinua dentro poco alla volta, come un piccolo demone che inizia a crescere dentro di te, si alimenta, si lui si alimenta e dal nulla si appoggia sulla tua spalla e non ti lascia più vivere.
“Devi fare i conti con un’idea e un pensiero che ti sovrasta e ti possiede. Un’idea e un pensiero che assumi, come un moderno demone, le sembianze seduttive della bellezza e della perfezione fisica.”
Non ho esattamente una data specifica o un giorno nel quale ho detto “oggi non mangio più” , é stato poco alla volta.
Poco alla volta ho iniziato a togliere la pasta, il pane la carne i dolci, a mangiare solo verdure e cibi con un bassissimo contenuto di calorie.
Le persone Intorno a me, iniziavano a vedere ma non a capire. Come succede sempre. Mi chiedevano :
hai fame?
Certo che avevo fame, morivo, avevo così Fame che non sentivo più i crampi,sentivo solo lo stomaco che diventava più piccolo ed era piacevole. Avevo dei riti ben precisi, delle azioni che mi avrebbero tolto la fame.
Lavarmi spesso i denti, usavo un dentifricio forte, facevo docce fredde, prendevo lassativi, bevevo aceto, andavo su siti specifici, mi pesavo sempre, mi pesavo spesso, misuravo se le gambe risultassero più grosse dei miei pollici uniti, controllavo minuziosamente ogni osso che compariva da un chilo all’altro.
Azioni che a leggerle sembrano assurde, ma chi soffre di Quella Cosa, le conosce.
Non volevo però che la gente mi indicasse come malata. Odiavo il senso di pena.
Mi prendevo cura del mio corpo, dei miei capelli, cercavo di immortalarmi in foto nelle posizioni migliori per non far trasparire nulla, le applicazioni aiutavano, a differenza di molte mie colleghe io “mi ingrossavo”. Quando facevo la modella, i truccatori mi dicevano : “come sei bella magra e asciutta”. Mi sentivo vittoriosa. Ma volevo di più.
Nessuno avrebbe capito. Dovevo fare tutto da sola.
La cosa più difficile era mangiare con qualcuno, la gente troppo facilmente riesce a indicarti come malata, come malata di QUELLA COSA, indicano con il dito anche chi non lo è. E come ho già detto il senso di pena mi avrebbe fatto incazzare come una bestia.
Ecco perché io ci uscivo a mangiare con i miei amici , avevo le mie tecniche. Senza dubbio.
Spalmavo il cibo sul piatto, lo nascondevo nei tovaglioli, avevo borse piene di fazzoletti con cibo indurito. Ma non sempre riuscivo. Nel peggiore dei casi sapevo cosa fare.
La parte peggiore. La parte distruttiva.
Finito di mangiare avevo mezz’ora per rimettere tutto. MEZZ’ORA. Questo era il mio calcolo.
Bevevo tanta acqua e bibite gasate così da favorire la cosa, mai cibi troppo secchi o troppo duri. Era brutto. Mi sentivo di aver perso, con gli occhi pieni di lacrime e rosso sangue per lo sforzo mi rimettevo in piedi e mi lavavo subito i denti.
Avevo studiato, sapevo che la parte acida dell’operazione avrebbe rovinato la mia bocca e i miei denti. Mi si tagliavano gli angoli della bocca, avevo le nocche delle dita rovinate. Sapevo che correvo il rischio di soffocare, che mancavo di potassio.
Lo facevo solo in casi estremi, quando il controllo mi abbandonava e dovevo tornare a posto.
Ma prima o poi la fame ti sovrasta. Ecco che insorge QUELL’ ALTRA COSA, perché hai fame: non ce la fai più, non ce la fai proprio più ad un certo punto.
Perché ti sei affamata per troppo tempo, a volte per anni, a un certo punto la fame vince, ma esiste ancora il tuo controllo.
Tutte comunque prima o poi ci passano…TUTTE.
Perché arrivi che sei proprio affamata, hai una fame BESTIALE, una fame che ti fa buttare giù qualsiasi cosa, senza un ordine specifico. Dolce, salato tutto insieme. E poi arriva, arriva il senso di colpa.
La cosa assurda, é che vuoi diventare invisibile per essere vista.
Perche quando soffri di QUELLA COSA, sai che a controllare tutto sei tu. Tu controlli la fame e se vinci tu, la giornata finisce bene.
Un controllo minuzioso e matematico delle calorie assunte, il cibo che doveva stare tutto in un bicchiere, la tua dose giornaliera che spesso non superava mai le 500 kcal.
Follia,controllo, dolore.
Quelle cose si chiamano DCA
Disturbi del comportamento alimentare, anoressia bulimia chiamateli come volete.
“Mi sono messa, senza accorgermene, nella nota gabbia degli anoressici e dei bulimici, illudendomi che così mi sarei posta al riparo da qualsiasi contrarietà, da qualsiasi dolore e responsabilità reale. Dalla mia prigione mi rendo conto di essermi cementata in una posizione di impotenza.
Credevo di essermi resa invulnerabile infliggendomi da sola uno stillicidio doloroso che mi avrebbe immunizzata da qualsiasi attacco esterno e da ogni dipendenza affettiva.
Rinunciando ad essere, ad avere, per la paura di perdere quello che avrei ottenuto, ora sono costretta ad ammettere che, malgrado tutti gli sforzi, sono caduta nella trappola che io stessa mi sono tesa. Da dietro le sbarre posso vedere quello che mi circonda: una vita che mi piace ma alla quale non posso partecipare. E tutto questo me lo sono precluso per l’incapacità di abbandonarmi al piacere di vivere. ”
Questo era quello che pensavo, quando a mente fredda riflettevo sulle cause.
I motivi di ognuno di noi sono tanti, dalla famiglia, ai compagni di scuola a un amore sbagliato. Fame di affetto forse, assurdo di per sé, un anoressica che ha fame di qualcosa. La ricerca disperata della pace interiore.
Per quanto mi riguarda non ho mai accusato la mia famiglia, ma la mia totale incapacità di essere accettata e di pensare che tutti ce l’avessero con me,ovviamente la compagna di scuola sbagliata non è mancata. Ricordo ancora i nomi. Scritti su ogni cicatrice interna. Le ragazzine e i ragazzini sanno essere così crudeli. Le persone odiano chi riesce, così pur di apparire loro cercano di buttare giù gli altri. Da grande ho capito che è solo invidia, ma a quell’età era un senso di colpa. UN DEMONE ASSURDO.
É un demone che ti sussurra ogni notte le frasi peggiori.
Un demone che consapevole del male ti mostra un immagine distorta.
Sai di non essere bella, sai che ti stai facendo del male vero. MA CONTINUI.
Quando ho iniziato a perdere tanto peso, avevo la pressione addosso di amici, amiche, parenti. Ho solo un brutto ricordo, un ex fidanzato che dopo avermi scoperto, decise brillantemente di tenere un comizio con le sue amicizie, aggiungendo probabilmente che una “malata” come me non avrebbe mai potuto avere figli. Quelle amicizie erano donne, DONNE, e invece che aiutarmi, mi derisero, forse contente di avere una rivale in meno.
Quella sera vomitai l’ultima parte della mia anima, l’ultima parte che mi rimaneva di bontà.
A parte quel dettaglio, fatto di ignoranza e pregiudizio sono andata avanti.
Ho visto piangere I miei, mia sorella, mia nonna, le mie vere amiche, però egoisticamente,e dico così perché diventi egoista, non mi interessava.
AVEVO UN OBIETTIVO.
E IO OTTENEVO SEMPRE TUTTO.
Questo era il problema, una figlia per bene, brava a scuola, buona con tutti. Era questo. DOVEVO ESSERE SEMPRE DI PIÙ.
Volevo diventare invisibile per essere visibile.
Pensate che sia facile viverci? No,ci convivi, finché non muori. Perché di DCA o si guarisce o si muore: puoi sopravvivere anche anni con l’anoressia pura (con la bulimia molto meno: ad ogni crisi rischi di avere un infarto o di morire soffocata ), ma alla fine non ce la fai più: i tuoi organi interni si rovinano col tempo.
Non solo ti privi del cibo, ti privi di tutto, hai paura di dover mangiare fuori; non sai più come vestirti, perché sei troppo grassa; devi controllare tutto, tutto. Persino i bicchieri in ordine sul tavolo,un capello fuori posto. Controllo maniacale.
POI… Succede…
Il bivio é davanti a te.
Io ho fatto una promessa. Una promessa che manterrò tutto la vita.
Un giorno passando davanti a una vetrina piena di specchi, ho visto l’immagine di una ragazza pelle e ossa riflessa. Era brutta. Era inguardabile. Ero io. Ero io cazzo.
Io, che ero sempre stata giunonica, luminosa e brillante,ora ero stanca, spenta, in ritardo su tutto.
No, quella ragazza non mi rappresentava per niente. Non potevo essere io. Non potevo essere così.
Dopo la promessa, a poco a poco ho messo a tacere ogni singolo demone, ogni singola fissa.
Ho rimesso al suo posto ogni dettaglio.
È stato lungo il percorso, é stata lunga e difficile la risalita. Momenti nei quali mi ripetevo da sola che dovevo farcela. Non ho mai pensato di non potercela fare.
Il periodo dopo, mentre guarivo, adottati un carattere acido, forte, a tratti pessimo.
Me la prendevo con chiùnque. Ho ferito uomini, ragazze, sono stata crudele e tiranna. Lo ammetto. Mi sono messa addosso una nomina e una maschera che non mi apparteneva per nulla. Ho giocato con la vendetta e la rabbia.
Con il tempo ho capito che non serviva.
Oggi sono felice.
Non guardo indietro perché non voglio
MI VERGOGNO DI QUELLO CHE HO FATTO.
Sono sicuramente orgogliosa di quello che sono diventata. Degli obiettivi che sto raggiungendo. Delle mie piccole vittorie.
Perché guarire da sole si può.
I MIEI DEMONI comunque adesso convivono pacificamente dentro di me, so che qualcuno di loro é stato messo da parte per me, dentro di me, e ho fatto pace con loro, con ognuno di loro. Diciamo che adesso mi lasciano dormire tranquilla.
Non voglio più buttare nel cesso nemmeno un minuto della mia vita. Perché quando muori a soffrire non sei tu, ma chi rimane e chi ti vuole bene.
Ecco perché ho deciso. HO DECISO DI VIVERE.
So che non sono la sola, so che siete in tante e tanti. Perché a soffrire di questa merda non sono solo le donne.
SO CHE LA TROVERETE QUELLA FORZA.
COSÌ COME L’HO TROVATA IO.
“Beelzebub has a devil put aside for me, for me.”
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